L’angolo della culinaria

Avete presente quei giorni in cui siete a casa da soli e a metà pomeriggio, quando vi rendete conto che siete a digiuno dalla sera prima, comincia ad aprirsi una voragine delle dimensioni del Canyon Diablo Crater che altro non è se non il vostro stomaco? Bene! E’ in quel momento che ringrazierete di esser giunti fino a questa pagina dopo aver navigato tra le più becere pieghe del deep-web. Perché non siamo mica qui a smacchiare i giaguari, ma per infarinarvi con le basi della cucina fai-da-te per impediti, proudly offered by un impedito come voi.

Ma ciancio alle bande, entriamo subito nel vivo del nostro dantesco percorso con un superclassico dello scapolo: l’uovo fritto.

Ma evitate per favore quella faccia da primo della classe, perché questo piatto grand-gourmet nasconde più insidie di una partita a Brivido.

Iniziamo dall’ingrediente principe: l’uovo. Grandezza? Colore? Provenienza? All’inizio il mio consiglio è quello di sbattersene allegramente, anche perché le prime volte vi verrà una porcata immangiabile. Affinerete col tempo la scelta, andando sempre di più alla ricerca della gallina favorita, quella che non sbaglia un colpo. Ma per questo ci vorrà solo ed esclusivamente esperienza. Quindi, per ora, fottetevene.

Come apriamo l’uovo? Ecco qui inizia la tecnica. Perché le prime volte farete un macello (da qui il consiglio di usare anche uova di galline di Chernobyl). Quello che serve è un colpo deciso contro al filo del vostro recipiente che dovrà essere tassativamente di un materiale duro. L’uovo si romperà a metà, ma non deve aprirsi subito. Lesti come una faina dovrete portare l’uovo sopra alla vostra scodella e riporvi con cura l’interno del nostro amato. Via il guscio. È indigesto. Fidatevi sulla parola. No, davvero. Non lo mangiate! Pensate un attimo da dove proviene. Convinti?

La quantità delle uova è a piacere, ma dopo il terzo c’è il rischio di colesterolo.

Nel frattempo i più attenti di voi avranno già preparato una padella di medie dimensioni dove riporre neanche troppo delicatamente il vostro pasto.

Ovviamente, prima dell’uovo, aggiungete un po’ di (s)burro, margarina o olio, per non far appiccicare il vostro preparato.

Accendete il fuoco.

Cuocete e via.

Ah, sale e pepe quanto basta.

E non dimenticate di gustare il tutto con un forzatissimo sorriso da poker face che Negreanu levati.

Ok, ok…

Mi rendo conto che come spiegazione potrebbe essere stata un po’ fumosa, ma avete controllato di aver spento il fornello dopo che avete spadellato la frittata nel vostro piatto?

Per oggi è tutto. Se sopravvivrete a questo, la prossima volta sarete pronti per una sfida ancora più avvincente: lo spaghetto in bianco.

Questo non sono io.