La Pinacoteca di Sessuolo.org: IL DITTICO SULLA MORTE DELL’ANONIMO SALVATERRESE

In tempi sì difficili, tutti DPCM, lockdown e Autumntime Sadness (soprattutto nella bigia Val Padana), solo l’Arte viene in soccorso alla nostra mestizia; Sessuolo.org, come una iena, naturalmente ne approfitta subito e, aprendo l’ennesima nuova rubrica, vi presenta il meglio del meglio di quel che passa per il convento per quanto riguarda la pittura.

Oggi siamo lieti di presentarvi un Dittico di Anonimo Salvaterrese (penna sbiadita su carta, c.ca fine anni ’60 del XX sec.) dedicato al dolore, al suicidio e a quella voglia di caffelatte ed eutanasia che viene al mattino quando apri le imposte e vedi grigiume, umidità e vaghi ricordi di Sole nei cartelli stradali sbaditi, quelli rivolti a sud.

1. LA MORTE TRISTE

1. LA MORTE TRISTE

La prima opera costituente il nostro Dittico rappresenta una natura morta, che più morta non si può; a primo acchito, l’osservatore si limiterà a vedere una bottiglia storta, un qualcosa di sbilenco, una sedia gettante una dubbia ombra, un ovale e qualcosa di versato. Ma non limitiamoci qui: veniamo ed analizziamo i particolari.

1-A: LA BOTTIGLIA

Trattasi di macinapepe smesso convertito in un contenitore per liquidi alimentari; più in specifico, vodka. Ma non è una vodka qualsiasi, e l’etichetta parla chiaro: è vodka purissima, a ben 120° d’alcool. Nella ricerca di una morte triste, ella è fondamentale: bastano alcune sue gocce per svenire sul tavolo, in attesa della pallida mietitrice.

1-B: LA PERA

E’ una pera passa, insanguinata da quanto traspare dal color vinaccia. E’ stata sicuramente utilizzata per aromatizzare la vodka, rendendo il trapasso meno amaro (e più lassativo).

1-B bis: IL COLONNATO SULLO SFONDO

Dechiricherco, qui non ci sono cazzi. Surrealtà per pochi: perle ai porci. E come vogliamo porci?

1-C: IL BICCHIERE VERSATO

Se siete degli alcolizzati -e, dato che frequentate Sessuolo.org, forse è proprio così- è probabile che la vodka a 120° alla pera non rappresenti che un buon surrogato casalingo a quegli spritz al baretto della stazione che, ahinoi, i nuovi protocolli anticoviddi ci impediscono di bere. E qui il colpo di scena: sul tavolo è presente anche un bicchiere di “VELENO”! E’ un veleno di quelli seri, attaccaticci, lo si nota dal fatto che, nonostante il bicchiere sia rovesciato, esita a sparpagliarsi sulla tovaglia. Ha una consistenza resinosa degna della migliore Soluzione Schoum: efficacissimo!

1-D: LA SEDIA

E’ una sedia.

1-E: LA CANDELA

Sicuramente antica, realizzata con ottimo sego d’annata, brucia e non si consuma: è il cane della nostra rivoltella. Quando il morituro, gonfio di vodka, reclina la testa pesante sul tavolo, espirerà tutto il suo alito spiritoso sulla fiammella e PUM! Ritorno di fiamma e via di corsa al cimitero. Rapido e (dubbiosamente) indolore.

Veniamo ora al secondo quadro del nostro Dittico.

2: LA MORTE ALLEGRA

2. LA MORTE ALLEGRA

Anche la seconda opera, di primo impatto, poco ha da offrire: un vecchio telefono, una stinta tappezzeria. Veniamo ad una disamina più profonda.

2-A: LA TASTIERA

Che questo non sia un telefono come gli altri lo si evince in prima analisi dalla sua tastiera: il vecchio meccanismo a ruota auto-ritornante è sottile, molto sottile: una tastiera distopica, un telefono futuristico. E -sorpresa!- esso non ha i soliti numeri dallo Zero al Nove: contiene anche il Dieci! Un apparecchio progettato per un futuro sistema di numerazione a base endecanumerica, o una trappola? Proseguiamo con il punto

2-B: IL RICEVITORE

Sembra un portachiavi, nulla da dire. Anche analizzandolo più da vicino, esso assomiglia ad un portachiavi. Conclusione: è un portachiavi.

2-C: L’APPARECCHIO

Nonostante una tastiera balzana ed un ricevitore inutilizzabile, l’apparecchio in se ha tutti i crismi dei telefoni d’un secolo fa: la base circolare, l’affusto cilindrico, la campana entro la quale parlare al proprio amato militante tra gli Arditi in cima al Monte Grappa (e probabilmente morto). Ma allora perché questo quadro dovrebbe rappresentare la Morte Allegra? Veniamo al punto cruciale, il

2-D: FILO E PRESA AL MURO

Chi si aspettava il vecchio attacco telefonico a muro a tre fori, quelli che la SIP venivano a montare a casa vostra dopo 15 primorepubblicanissimi anni dalla richiesta scritta, dovrà ricredersi: questo telefono è attaccato solo alla corrente! E nemmeno alla monofase, nemmeno alla trifase, e l’avvertimento sulla presa parla chiaro: 1200 VOLT – PERICOLO DI MORTE! Ed ecco il perché di un cavo di collegamento sì gonfio: questo apparecchio è allacciato direttamente all’Alta Tensione dei tralicci che si vedono nei brulli campi padani. Esso è il Presagio di Morte: quando il telefono suonerà, e voi (per nulla) incautamente solleverete il ricevitore/portachiavi per rispondere, verrete folgorati all’istante. E -finalmente- morirete. Stanchi della vita? Componetevi il numero con il cellulare e via. Non sempre “una telefonata allunga la vita!”.

In ultimissima analisi, trattasi di Dittico preziosissimo, di pura e genuina scuola (elementare) post-almarket, di inestimabile valore. E infatti non ve lo vendo di sicuro.

A presto per altre mirabolanti opere d’arte!