In questo film musicale del 1974 scappiamo dall’anno infame 2021 al Medioevo, quel periodo idilliaco quando c’erano le epidemie di peste, quelle belle che il coviddi gli fa un baffo. Siamo nella seconda metà del XIV secolo e ci troviamo al Castello di Karlštejn che l’imperatore Carlo IV ha fatto costruire come luogo sacro con lo scopo di conservare i gioielli della Corona. E per non disturbare la quiete e la sacralità del castello, il buon Carlo ha deciso che è severamente vietato ALLE DONNE soggiornare tra le mura del castello (perché si sa, le donne sono t̶e̶n̶t̶a̶c̶o̶l̶i̶ tentatrici del Diaulo).
La storia comincia con il Burgravio (una specie di guardiano/responsabile) e Pešek, il coppiere reale (bel lavoro, sbronzarsi con l’imperatore!) che guardano gli uomini che stanno preparando il castello per l’arrivo dell’Imperatore inderpandosi con i lavori femminili e facendo un gran casino.
Ad aspettare l’Imperatore ci sono anche due ospiti – il Duca di Baviera Štěpán che deve parlare con il sovrano della politica e il Re di Cipro Petr che cazzeggia per l’Europa scroccando vitto e alloggio qua e là e provandoci con tutte le fighe disponibili.
Ma, ahimè, al Castello non si trovano donne, almeno non le donne in carne ed ossa, come viene comunicato ai due ospiti da Arnošt, l’Arcivescovo di Pardubice. Quest’ultimo invece porta Duca e Re Petr a vedere la Cappella, dove sono dipinte molte donne sante e martiri. Insomma, mai una gioia.
Ma l’Arcivescovo si sbaglia perché al Castello è appena arrivata di nascosto la moglie dell’Imperatore, Eliška. L’imperatrice che ha solo da poco sposato il nostro misogino Carlo sente tanto la mancanza di suo marito (o forse la mancanza del suo piccolo imperatore, if you know what I mean 😏), scappa dalle cure della sua dama di compagnia Ofka, arriva a Karlštejn e s’intrufola nelle stanze dell’Arcivescovo. Riesce a convincere il prelato a farla rimanere al Castello travestendola da Roberto Baggio paggio.
L’arcivescovo decide di sbolognare in un qualche modo il coppiere Pešek e mandare l’Imperatrice al suo posto nelle camere dell’Imperatore.
Ma le sorprese non sono ancora finite. Anche Alena, niente meno che la nipote del Burgravio e fidanzata di Pešek cerca di violare il divieto di figa. Aveva scommesso con suo padre (sbronzo) di passare una notte a Karlštejn e se ci riuscirà, potrà sposare Pešek senza dover aspettare che questo diventi un cavaliere. Alena viene beccata e riconosciuta subito da Pešek che cerca di farla dissuadere. Ma Alena non vuole sentire ragioni e i due innamorati si rincorrono per il Castello cantando. Tutto ciò viene osservato da quei due debosciati del Duca e Re di Cipro. I due ficcanaso capiscono che c’è qualquadra che non cosa e decidono di indagare (perché non sanno farsi i cazzi loro). Alena riesce a convincere Pešek di fingersi malato e invece di servire l’Imperatore andare ad amoreggiare con lei. Perché giustamente un pelo di figa tira più di tutti gli Imperatori del mondo.
Fiiiiiinalmente arriva l’Imperatore e si va subito a mangiare e bere come se non ci fosse un domani. Durante la cena il Duca e il Re scrutano attentamente ogni paggio in cerca di quella figa che han visto prima ma con nessun risultato.
Dopo la cena l’Imperatore si ritira nelle stanze dove l’Arcivescovo gli comunica che Pešek è malato e a servire il sovrano quella sera ci sarà un giovanotto promettente di una famiglia nobile.
Il Duca di Baviera che ha chiesto un’udienza privata arriva nelle stanze dell’Imperatore e vede Eliška. Capisce subito che si tratta di una donna ma crede che sia la stessa che aveva visto prima con Pešek.
Intanto fuori la situazione è un po’ degenerata. Il Burgravio esce sbronzo nel cortile dove si trovano anche Pešek e Alena. La ragazza vede suo zio e corre subito da lui per farsi riconoscere (giustamente le serve una prova della sua presenza a Karlštejn). Ma il Burgravio è troppo ciucco per riconoscere nessuno, e ordina a Pešek di portare Alena nelle stanze delle guardie, e che all’indomani avrebbe indagato. Re Petr vede la scena e sente subito l’odore di figa.
Il Duca, una volta finita la sua noiosa udienza con l’Imperatore incontra il Re Petr e gli comunica di aver visto la tipa nelle stanze dell’Imperatore. Quel maniaco di Re Petr corre subito nell’anticamera dove c’è Eliška da sola e comincia a provarci spudoratamente, accusandola di aver flirtato con Pešek nel cortile. Eliška cerca di respingere le sue avances. Succede un casino, i due si mettono a combattere ma il Re Petr è davvero negato (hurr durr). Eliška riesce a disarmarlo e rompe la sua spada.
(Piccolo excursus storico: l’Imperatrice Elisabetta di Pomerania fu una donna vigorosa e fisicamente molto forte. La leggenda narra che Elisabetta si divertiva a piegare i ferri da cavallo e a spezzare le spade.)
L’Imperatore entra nell’anticamera per chiedere cos’è tutto sto casino. E vedendo Re Petr per terra e il paggio con la spada rotta riconosce finalmente sua moglie. Re Petr viene salvato dall’Arcivescovo che lo porta di nuovo a vedere la Cappella (mai una gioia pt. 2).
Una volta rimasti soli, l’Imperatore fa capire a sua moglie di averla riconosciuta, i due bisticciano un po’ e Eliška dice a suo marito di aver capito dalle parole di Re Petr che al Castello c’è un’altra donna. Carlo s’incazza e va a chiamare il Burgravio. Eliška rimane nelle sue stanze sorvegliata dalle guardie che escono da dietro una tenda (dov’erano prima quando Eliška combatteva con Petr, boh. Forse si sono materializzati lì).
Al buon Burgravio passa subito la sbronza quando l’Imperatore gli dice che al Castello c’è una donna. Tutti si mettono a cercarla cantando, anche Alena (che deve sempre farsi riconoscere dallo zio ma nello stesso tempo cerca di scappare dalle grinfie del Duca e del Re che hanno deciso di andare a fondo di sta faccenda).
Intanto l’Arcivescovo vedendo il bordello che è successo va subito dall’Imperatore, gli confessa la sua parte nell’imbroglio e lo prega di perdonare sua moglie. I tre insieme decidono che Eliška deve uscire di nascosto dal Castello.
Pešek finalmente riesce a comunicare al Burgravio che la donna in questione è sua nipote Alena, Burgavio cerca subito di fermare la caccia e va dall’Imperatore a confessarsi pure lui. L’Imperatore gli dice che perdonerà Alena ma deve immediatamente lasciare il Castello.
Ma sarebbe troppo facile così e non c’è due senza tre! Anche la dama di compagnia dell’Imperatrice, Ofka, finalmente capisce dov’è finita la sua padrona e viene a cercarla a Karlštejn. Per non farsi riconoscere si mette addosso un’armatura completa. Durante la sua ricerca s’imbatte nel Duca di Baviera che, ovviamente, non si fa ingannare dall’armatura e cerca subito di approfittare della povera Ofka.
Il Duca desta di nuovo le guardie e cerca di far arrestare Ofka. Nel cortile scoppia il combattimento tra il Duca, accompagnato dai suoi scagnozzi, e Pešek, che crede la donna dentro l’armatura sia Alena e cerca di proteggerla. Intanto la vera Alena vede Pešek in difficoltà e viene a dargli una mano. Alla rissa ci si aggiunge pure il Re Petr e non ci si capisce più un 8==D.
Intanto l’Imperatore e l’Arcivescovo cercano di spedire di nascosto l’Imperatrice fuori dal Castello a calci nel cù ma con tutti che si azzuffano nel cortile non è possibile. Allora l’Imperatore ordina all’Arcivescovo di risolvere la situazione.
L’Imperatore entra nel cortile e chiede al Duca delle spiegazioni per tutto sto baccano. La signora Ofka finalmente riesce a comunicare all’Imperatore che sua moglie si trova a Karlštejn ma nello stesso tempo arriva Eliška tutta agghindata sul cavallo dicendo di essersi persa nei boschi e di essere arrivata solo adesso al castello. Si scusa con l’Imperatore di dover violare il divieto di donne. Carlo decide di smettere di fare il misogino e cancella il suo divieto. Si apre il portone ed entrano carri pieni di donne, ragazze e bambini. (Saranno stati fuori tuta la notte ad aspettare). Ed entra anche stocazzo. Il prete non si vede più. Forse è finalmente riuscito ad ascendere ai cieli.
Tutto bene quel che finisce bene.
Questo filmone storicamente molto poco accurato lo potete vedere per intero su youtube oppure è a disposizione con i sottotitoli in italiano, fatti da Betulla Mandragola.