Facile sarebbe stato, per un maschietto etero come il sottoscritto, scrivere un “semplice” elogio all’apparato genitale femminile, noto al popolo come la figa; ben più complicato è invece cercare di tessere le lodi alla piccola appendice dalle dimensioni mutevoli con cui ogni adolescente, a suo tempo, ha insistentemente giocherellato, incurante delle conseguenze legate ai sensi di percezione visiva. Ebbene, eccomi qui a elogiare il cazzo!
Non il mio, però.
Questo è un discorso in generale, esteso a tutto lo schieramento. Ogni piccolo soldatino, da sempre sospettoso verso le tanto decantate capacità dei propri commilitoni, avrebbe mille storie da raccontare: mille levatacce nel pieno della notte, mille e più voli pindarici legati ad atti con muse che mai hanno avuto riscontro nella realtà e, come tutti in cuore sanno, ben poche chiamate al fronte degne di nota. Ma questi genuini combattenti sono sempre stati lì, con le loro cappelle dalle mille sfumature bordeaux, rivolti all’insù, all’ingiù, a destra e a sinistra, quasi tutti dotati di doppio armamentario (leggasi le palle), quasi tutti dalla folta chioma riccioluta.
Ebbene, io mi congratulo con tutti voi, miei cari compagni… no, anzi, fratelli in armi!
Concludo però con una nota agrodolce: molti di noi non avranno mai la gloria che meritano ma quello che conta è l’esserci, l’esserci stati quella volta in cui la tipa o il tipo (qui non si discrimina nessuno) hanno acceso il semaforo verde, quella volta che l’adunata non si è rivelata essere un falso allarme ma vi ha portato ad una copiosa, liberatoria e salutare sborrata!