La triste storia dell’artista con i debiti

Farò una breve introduzione riguardo la particolare disciplina che ci ha portati a scoprire questa incredibile storia; vi parlerò dell’Urbex.

Introduzione

Urbex è il termine tecnico usato per indicare l’esplorazione di luoghi abbandonati (i più esperti la chiamano semplicemente gita). Fondamentale per questo tipo di attività è la raccolta di dati e testimonianze sui luoghi da esplorare che avviene di solito appostandosi in qualche bar caratteristico del luogo mentre si beve un caffè e si chiacchiera con i vecchi autoctoni o in un qualche chiostro, sempre caratteristico, consumando una granita preferibilmente alla coca cola per fornire la giusta dose di caffeina indispensabile per affrontare la gita. Lo step più importante però è quello che viene chiamato dagli esperti “recarsi sul luogo”, che può avvenire mediante autovettura rispettando la regola del “mai meno di due, ma mai più di cinque”, imprescindibile e inviolabile, che aiuta a regolare il numero dei partecipanti alla gita.

Ecco una foto della fase “recarsi sul luogo”.

La villa esotica dell’artista coi debiti

Questa fatiscente costruzione di stampo esotico (come si può notare dalla tipica palma da giardino esotica) era molto conosciuta alla fine dell’800, in quanto il suo proprietario, l’artista con i debiti, oltre a svolgere le attività di pittore e scultore, organizzava serate di sollazzo alle quali potevano accedere solo le donne, maturando l’indignazione di tutti gli uomini del paese che non potevano partecipare. I più rivoltosi ormai stanchi della situazione avevano provato per vie traverse ad entrare, scavalcando alti cancelli e arrampicandosi sulla palma esotica, ma l’artista con i debiti era anche un mago e intonando la canzone di Cochi e Renato “L’uselin de la comare” trasformava i ribelli in uccelli immobili e li collezionava sul suo comò di fianco al libro che stava leggendo. Entrando nella villa abbiamo trovato subito il famoso comò e lo abbiamo ammirato e immortalato

Una foto del comò dell’artista con i debiti, la sua ultima lettura e gli uccelli ribelli.
Ecco invece una foto delle foto delle serate di sollazzo vietate ad altri uomini rinvenute da noi all’interno della villa.

L’arte dell’artista coi debiti

Mano a mano che esploriamo la villa abbandonata, troviamo finalmente la stanza delle creazioni, il luogo dove l’artista mago con i debiti forgiava le sue splendide opere che potevano essere sculture di creta mutilate o dipinti di persone con l’emicrania, anche se le voci di paese dicono che aveva tanti altri concept interessanti che sono stati però perduti nel tempo. Nei quadri il colore dominante è il blu perchè costava meno. Un artista dinamico e senza un perchè, abile anche nelle opere destrutturate, come quella che egli ha posizionato sul pavimento e che viene riportata in questa immagine.

Lo studio dell’artista mago con i debiti.

Siete curiosi di sapere che aspetto avesse l’artista con i debiti? O quale fosse il suo carattere, o il suo colore preferito (il blu)? Non volete sapere perchè avesse così tanti debiti? So che siete curiosi, ma andiamo per gradi. Non sono state rinvenute fotografie del nostro artista, ma abbiamo trovato un fedele autoritratto, eseguito con il carboncino nero perchè quello blu non c’era, nel quale possiamo vedere che egli era un uomo davvero attraente, lo sguardo sicuro e destabilizzato allo stesso tempo, un po’ pomme de terre. Una delle sue più grandi passioni era il cocktail Campari, che preparava con una formula segreta, un po’ come Luis Buñuel con il Dry Martini. Abbiamo immortalato questo meraviglioso altarino dove l’artista teneva i suoi portafortuna : una foto della sorella che in realtà è Alanis Morissette, un giga fungo, una guida per appassionati di Campari, il suo autoritratto, due matite non blu, un cavallo da mettere nel presepe, un vasetto pieno di (a discrezione dell’utente), un’immagine dall’alto di Scortichino.

L’altare dell’artista con i debiti.

I debiti dell’artista coi debiti

Veniamo ora al punto più interessante, ma anche più triste, della vicenda. L’artista con i debiti aveva molti debiti perchè … era una artista! Inoltre le sue opere non avevano molto successo e per questo egli passò un periodo davvero buio in cui si spaccò di Campari e giga funghi.

Poi un giorno decise di permettere anche agli uomini del paese di partecipare ai sollazzi da lui organizzati, facendo pagare una quota abbastanza alta così riuscì a guadagnare un bel po’ di soldi e potè comprare qualche altro colore oltre al blu per rendere le sue opere più interessanti; acquistò anche una seconda palma esotica da giardino. Tutto andava per il meglio fino a quando, una notte, durante un festino al quale potevano partecipare tutti, arrivò un esercito di persone dallo sguardo scuro e minaccioso ; l’artista con i debiti, nonostante il quinto Campari, capì subito che quello era l’esercito del SIAE. Quella notte si stava festeggiando il compleanno di Valentina Nappi e tra un Campari e l’altro nessuno si era accorto che il dj aveva abbandonato la postazione lasciando che fosse Spotify a suonare per lui! E proprio sulle note di Ding Dong Song (You Touch My Tralala) del famoso compositore svedese Günther, l’esercito del SIAE ammonì l’artista e lo condannò a pagare una multa davvero salata che ne consacrò la disfatta.

Una foto dei debiti “vari” dell’artista ormai senza speranze.

Per l’artista mago con i debiti quei giorni furono davvero terribili. Nessuno voleva più andare alle sue feste e i pochi acquirenti che avevano comprato le sue opere tempo prima avevano cominciato a restituirgliele. Non aveva più stimoli per creare o dipingere, beveva Campari tutto il giorno, aspettando la sua triste fine. Era così povero che usava i libri dei matematici tedeschi come cuscini da mettere sulle sedie (come potete vedere in foto), che rendevano la sua vita ancora più scomoda.

I libri usati come cuscini e il Campari in damigiane di vimini.

Qui si conclude la nostra gita. Non si sa che fine abbia fatto l’artista, rimane solo la sua vecchia dimora, abbandonata a se stessa, in balia della polvere, delle cacche di gatto e delle palme esotiche che continuano inesorabili a crescere. Spero di raccontarvi presto altre storie come questa e di approfondire ulteriormente la pratica della gita in tutte le sue fasi.